per reprimere e manganellare i cittadini che manifestano contro il governo, accusato di complicità nel genocidio in Gaza.
Ieri nei talk show i soliti ospiti fissi, che non mancano mai, onniscienti, hanno inscenato una solidarietà con i poliziotti come se questi fossero altri cittadini di vedute diverse dai manifestanti. È da chiedersi se spogliata la loro divisa, non più in servizio e soggetti ad ordini, ma liberi cittadini, quanti di loro si sarebbero uniti ai manifestanti. La loro funzione costituzionale è di proteggere i cittadini nella loro persona, nella loro incolumità fisica, ma anche nell'esercizio dei loro diritti. Dando loro ordini ingiusti diventano gli sgherri del regime.
Un poliziotto che manganella un manifestante potrebbe perfino essere delle stesse vedute del manifestante che deve manganellare, avendone ricevuto specifico ordine.
In breve, diciamo pure che quando la polizia, le forze dell'ordine, vengono schierate non contro mafia, ndranghtea, camorra... che prosperano e crescono in ricchezza e potenza, ma contro i comuni cittadini è un brutto segnale per. una democrazia che pretende di esser tale.
Se poliziotti e carabinieri potessero decidere se l'ordine che ricevono di manganellare i cittadini che manifestano è un un ordine manifestamente ingiusto (sparare...), e passassero con le loro armi dalla parte dei manifestanti, e vi fosse uno scontro con forze pari, saremmo alla fine di un regime ed all'instaurazione di un nuovo ordine politico.
Il diritto penale impone l'obbligo di NON obbedire ad un ordine manifestamente ingiusto: ma chi decide se l'ordine è ingiusto oppure no? Ed in quale forma si esprime il dovere di non ubbidire ad un ordine ingiusto?
Questa è la traccia del tema. Lascio a chi legge, se qualcuno legge, l'ulteriore svolgimento.
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