ma ne do un giudizio diverso, finora (pagina 84 di 450), pure negativo, ma diversamente negativo da quello direttore del CDEC, che dovrebbe rientrare anche lui nel concetto di "lobby ebraica". Questo Eletto Signore si permette, si arroga il diritto di redigere una sorta di liste di prescrizione, senza che nessuno se ne possa difendere e possa reclamare, per giunta pagato con i soldi nostri.
Fin dove ho letto, trovo una prefazione di Moni Ovadia, che avrebbe dovuto servire come scudo e parafulmine all'autore, ma che ignora il concetto elaborato da Gilad Atzmon sull'«antisionismo sionista», ma ma poi quasi un quarto di libro che fuori tema. Fa un excursu storico non richiesto, non necessario, se il modello del concetto di lobby cui oggi attenersi è quella del classico "La Israel Lobby e la politica estera americana" di Mereasheimer e Walt, tutto incentrato sui meccanismo odierni che condizionano tutta la produzione legislativa americana, ad opera di associazioni di cui la più nota è l'AIPAC. Noi in Italia siamo messi ancora più male, perché soggetti alll'egemonia, al dominio degli Usa controllati dall'Aipac, ed in più dal lobbismo nostrano. Fino alla parte del libro che ho letto ho dato questo giudizio sintetico: un libro di ben 450 pagine (altro che "libercolo") espressione esso stesso “della” lobby ebraica, che non un libro "sulla" lobby, utile per capire cose che è necessario capire.
L'autorità censoria, la cima, sarebbe quella dell'Eletto Gadi Luzzato Voghera, di cui riferisce una delle numerosissime testata dell'hasbara, ossia della Lobby: «Israele.net - Notizie e stampa», specializzato nella traduzione italiana di articoli presi per lo più dalla stampa israeliana.
Ma vediamo come il libro è visto dallo stesso ambiente ebraico, dal CDEC!
«Salotti buoni»? bah! Non è questo che può interessare in sede scientifica. Il libro può essere letto anche in un cesso, non necessariamente in un salotto, buono o non buono. Bisognerebbe chiedere agli psicanalisti perché mai questo riferimento al "salotto buono" come esordio.
Certo, non tutti gli ebrei sono ricchi sfondato, ed anche tra di loro ci sono gli ebrei "poveri", nella cui fascia si augurava da parte di altri ebrei che vi potesse finire anche Norman G. Finkelstein, noto autore della «Industria dell'Olocausto». Gli si augurava da parte di altri ebrei di finire sul lastrico, per dover andare al mercato come un ebreo povero che cerca la frutta che costa di meno. Ma detto questo, non è storicamente infondato il rapporto con la finanza da parte di esponenti dell'ebraismo: per tutti quel Rotschild, rappresentante del sionismo, al quale Balfour indirizzò la famosa Lettera. Quanto ai nomi e cognomi ebraici non vi è da stupirsi se più o meno sono sempre gli stessi. Non sono mai stati numerosi.
Se il Gadi Luzzatti, citato da Israele.net, sia stato o sia un "agente sionista” è cosa che non sappiamo e che non ci sembra in tema.
Ah, "salotto buono" sarebbe lo stesso "Corriere della Sera", che io qui però ricordo per un particolare che mi si è fissato nella memoria: la notizia letta sul web, dove dovrebbe ancora trovarsi, secondo la quale l'ambasciatore israeliano andava a tenere seminari proprio in questo "salotto buono"! Un "salotto buono" che fortunatamente ogni anno, insieme ad altri salotti, perde sempre più lettori e vende meno copie! Ci auguriamo il rapido declino della carta stampata, o almeno di questa carta stampata.
E si! dobbiamo stare all'attualità ed il direttore del CDEC se ne esce con un libro del 1937, di Paolo Orano, sugli ebrei di allora. L'uomo non sembra voglia capire ed ammettere il nocciolo del problema, della questione. Per lui, a quanto pare, non si deve parlare della cosa! Il solo parlarne costituisce "antisemitismo", e lui ha il potere di mettere in lista di proscrizione quelli che osano parlare o scrivere di cose che non si deve.
Che il sionismo sia un movimento "risorgimentale" e non una forma gravissima di razzismo lo dice e lo certifica lo stesso Gadi Luzzatto Voghera: e se lo dice lui, vale più che se lo dicesse il papa, anzi no, un intero Concilio riunito allo scopo! Quanto a Moni Ovadia poco gli serve essere pure lui un ebreo! sarà magari un "ebreo che odia se stesso", una comoda categoria coniata apposta per iò dissidenti ebrei. Un ebreo lui stesso antisemita!
Insiste, nel cambiare discorso! Gli anni trenta del secolo scorso sono appuntopassati da cento anni! Il genocidio in Gaza è ancora in corso ed è tutt'altro che concluso, ed è opera del... sionismo, “movimento risorgimentale", secondo il direttore del CDEC, censore di 49 milione di italiani, che guai a loro se sgarrano! Ai tempi dell'Indice stavamo meglio! Il controllo non era così istantaneo e capillare!
E non gli basta il 1930! Vuole risalire ancora più indietro, ai primi del Novecento, ai Protocolli, che a loro volta riprendeva un falso dell'Ottocento. Di tempo non ne è passato e non si vuole che passi!
(riprendiamo più tardi: abbiamo un'incombenza)
L'autore Pinotti ce la mette tutta, fin dalle prime pagine, a scongiurare di poter apparire come "antiebraico". Infastidisce perfino il normale lettore con il suo gettare le mani avanti: non sono antisemita, non sono anti-ebreo, maledetti gli antisemiti, di cui peraltro non riesce a dare un chiaro concetto, una chiara ed incontrovertibile definizione.
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