martedì, ottobre 14, 2025

Uno spettacolo orrendo: hanno festeggiato il genocidio palestinese!

Ieri mentre ascoltavo le esultazioni alla Knesset ebraica mi sono limitato registrare le mie prime impressioni. Non solo quelle della Knessset, ma anche le reazioni con cui stampa e televisione accoglievano e riportavano il fatto. Che si smetta di uccidere e che i camion dei viveri destinati a una pololazione ridottaalla morte per fame, e bloccati dal moralissimo eticissimo esercito (?) israeliano, ossia ebraico, non è cosa che non possa e non debba suscitare giubili anche da parte palestinese e di quanti nelle piazze d'Italia e d'Europa sono scesi a manifestare, non solo e non già a facore e sostegno dei palestinesi, quanto contro il proprio governo, complice nel genocidio e palesemente asservito e corrotto. Così è e non ci piove. Le Capezze di turno possono grugnire quanto vogliono, ma non hanno il potere di cambiare la realtà dei fatti e delle cose.

Oggi, di primo mattino, le cose mi appaiono più chiare. Hanno festeggiato il genocidio che hanno compiuto e lo chiamano pace! Si è detto autorevolmente dalla dalla dott.ssa Albanese, contro la quale è partita una campagna mediatica, che il genocidio è un "processo", non un singolo atto. Non significa che per aversi un genocidio si debbano uccidere tutti i palestinesi fino all'ultimo bambino, come non è successo fino all'ultimo ebreo, quale che siano i fatti storicamente accertati.

Per i palestinesi il "processo" inizia non l'8 ottobre 2023, ma molto più indietro nel tempo: il 1948 con la "Pulizia etnica della Palestina", oppure anche nel 1917 con la Donazione Balfour e la politica del Mandato britannico, ma io mettere il 1882 quando sbarcavano in Palestina i Biluim, i primi ebrei sionisti, la cui mala natura fu subito individuato da quegli ebrei autoctoni che poi diventeranno i "veri rabbini" di Neturei Karta.

Qualcosa va detto per i governi arabi che si vogliono presentare come parte festeggiante il genocidio appena fermato, e rinviato alla successiva pulizia etnica, come illustrata tempestivamente da Alessandro Orsini, invitato (a pagamento, per le sue competenze) in un talk show, dove a domanda ha detto e spiegato come stanno le cose, provocando le vivaci ed isteriche reazioni degli ospiti fissi.

Probabilmente non potevano fare altro per fermare il genocidio in corso. È anche probabile che Israele si sia voluto per preparasi meglio al prossimo attacco all'Iran, il solo governo che abbia finora resistito e significativamente assente alla Festa del Genocidio Compiuto. Ma è presto per dire. È un mondo tutto intessuto di astuzie ed inganni, dove non ci si può fidare di nessuno e dove il diritto internazionale "vale fino ad un certo punto" (Tajani).

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