Sommario: 1. Lettera aperta ai parlamentari di Forza Italia firmatari del Manifesto Quagliarello. – 2. Comunicato dell’on. Antonio Palmieri e relativo breve commento. – 3. Il messaggio laico del Family Day: parole di sandro Bondi seguite da commento e confutazione. – 4. Manifesto Quagliarello: testo, firmatari, dissociazione e critica del Manifesto. – 5. Rassegna stampa commentata: 5.1: Pezzotta non credibile; 5.2: Non ci possono essere dubbi; 5.3: Deriva clericale in Forza Italia modenese ; 5.4:
1.
Lettera aperta
Credenziali: Pur avendo responsabilità formali come presidente di Club e Coordinatore Provinciale,

Ricevo dall’on. Antonio Palmieri un invito a partecipare al raduno clericale di Piazza San Giovanni. Non accolgo l’invito, conservo la mia tessera di Forza Italia, probabilmente continuerò a votare per il centro destra, salvo degenerazioni clericali irreversibili che cancellino qualsiasi sostanza liberale della cosiddetta “Casa delle Libertà”, dove la parola “libertà” si rivela sempre più un termine privo di reale significato.

È un autentico attentato alla costituzione l’appello pubblico che i presidenti della CEI rivolgono ai parlamentari cattolici perché obbediscano ai loro ordini: sono risibili gli argomenti di quanti parlamentari affermano di volere autonomamente ciò che i Vescovi comandano. Rivolgo agli onn. Parlamentari l’invito pressante a ridurre i costi della politica, i privilegi della Chiesa cattolica, a darsi da fare con cortese urgenza per attuare l’art. 49 della costituzione, dando garanzie ai cittadini di poter concorrere alla formazione della politica nazionale. Così stando le cose, mentre si teorizza e garantisce lo spazio pubblico entro il quale la Gerarchia cattolica può fare una ben determinata politica anziché limitarsi all’esercizio pubblico del culto (ex art. 19 cost.), si toglie ai cittadini qualsiasi spazio ed istituto entro cui poter esercitare i diritti politici previsti dalla stessa costituzione.
Riporto qui di seguito i tre distinti testi da me ricevuti. Mi riservo di commentarli analiticamente in tempi successivi e supplementari. Per fortuna apprendo sempre dal Corriere della Sera che fra i parlamentari di Forza Italia non saranno tutti a piazza san Giovanni, ma qualcuno come l’on. Dario Rivolta sarà invece a piazza Navona. Ne riporto la dichiarazione rilasciata: «Non ho mai avuto problemi in famiglia e non sono ostile al Family Day, ma credo che occorra riscoprire la laicità delle istituzioni». In parziale dissenso dall’on. Rivolta considero il Family Day del 12 maggio un vero e proprio atto di guerra contro l’indipendenza e la laicità dello Stato italiano, non primo evento del genere organizzato, finanziato, propagandato e raccomandato dalla CEI. Non credo che la famiglia c’entri nulla: ogni giorno sugli organi di stampa e nello stesso Manifesto Quagliarello si leggono i chiari intenti di censura contro una mera ipotesi di legge dello Stato. Dicono famiglia ed intendono familismo e nepotismo. Al riguardo esiste nella chiesa una tradizione millenaria. E ne sanno qualcosa anche gli onorevoli parlamentari, che dovrebbero innanzitutto spiegarci di quale famiglia si preoccupano e si sono finora preoccupati: della loro o di quella degli altri? Volete incrementare la natalità degli italiani? Varate una legge con la quale si assegna un milione di euro ad ogni nato! Esagero? Se ier sera al salotto di Santoro che si è occupato dell’alto valore della famiglia a Bari, nel policlinico universitario, dove tutta l‘università è una grande famiglia proprio in senso anagrafico, il ministro Mussi ha detto che ogni ricercatore che emigra all’estero – non avendo in Italia una famiglia che conti – costa all’erario 500.000 euro non è infondato che un figlio da crescere ed educare come si deve possa costare almeno un milione di euro. Ma forse voi pensate di aiutare la famiglia italiana con qualche scatola in più di latte in polvere. E vedete bene nel futuro: avrete prodotto un elettore in più che si metterà in fila per chiedervi una raccomandazione ed qualche cattolico in più al quale si potranno negare i sacramenti se non presta la dovuta obbedienza. Signori onorevoli, il popolo italiano è meno sciocco di quanto voi pensiate.
Antonio Caracciolo
- Docente di Filosofia del diritto presso il Dipartimento di Teoria dello Stato dell’Università di Roma La Sapienza
(testo ancora non definitivo)
Sommario: 1. Lettera aperta ai parlamentari di Forza Italia firmatari del Manifesto Quagliarello. – 2. Comunicato dell’on. Antonio Palmieri e relativo breve commento. – 3. Il messaggio laico del Family Day: parole di Sandro Bondi seguite da commento e confutazione. – 4. Manifesto Quagliarello: testo, firmatari, dissociazione e critica del Manifesto. – 5. Rassegna stampa commentata: 5.1: Pezzotta non credibile; 5.2: Non ci possono essere dubbi; 5.3: Deriva clericale in Forza Italia modenese ; 5.4:
Si avvicina il Family Day di sabato 12 maggio. Ti proponiamo a riguardo la sintesi dell'intervento
Il messaggio laico del Family Day: Sandro Bondi, Il Giornale, 4/5/2007 | |||
Ti proponiamo la sintesi dell’intervento di Sandro Bondi sul Family day, pubblicato da “il Giornale” 4 maggio 2007 Sommario: 1. Lettera aperta ai parlamentari di Forza Italia firmatari del Manifesto Quagliarello. – 2. Comunicato dell’on. Antonio Palmieri e relativo breve commento. – 3. Il messaggio laico del Family Day: parole di sandro Bondi seguite da commento e confutazione. – 4. Manifesto Quagliarello: testo, firmatari, dissociazione e critica del Manifesto. – 5. Rassegna stampa commentata: 5.1: Pezzotta non credibile; 5.2: Non ci possono essere dubbi; 5.3: Deriva clericale in Forza Italia modenese ; 5.4: Le critiche al Family day sono, in un certo qual senso, utili per poter riaffermare le ragioni del gesto e ricomprendere ancora più radicalmente il senso intimo e profondo di questa manifestazione di popolo. Intanto, ribadiamo che il Family day intende veicolare un messaggio civile, pubblico e, in ragione di ciò, laico, dunque universalmente aperto a tutti coloro che concepiscono ancora la famiglia secondo il dettato della nostra Carta costituzionale. Non è un caso che molti intellettuali e politici dichiaratamente laici e agnostici, per così dire, si siano schierati a favore della famiglia ed apprezzino un evento così caratterizzato, volto alla restituzione del senso originario dell’istituto naturale e sociale familiare. L’art. 29 della Costituzione è la riprova del grande equilibrio antropologico e sociale della civiltà politica del nostro paese, è ridondante citarlo, basti soltanto richiamarne la contiguità con la cultura umanistica e cristiana, fondamenti del comune sentire del nostro popolo. Ci troviamo, oggi, di fronte ad un’urgenza civile, sociale e diciamo pure antropologica e culturale, legata strettamente alla realtà originaria della famiglia. Si tratta della duplice problematica, insieme politica e antropologica, della strutturazione di una società e di un modus vivendi civile, che possa dirsi all’altezza dei bisogni e dei desideri costitutivi dell’uomo, della persona. Se è vero, come è vero, che il Family day contenga in sé numerosi segnali laici e di nuova laicità, segnali per così dire umanistici e universali, bene, allora Forza Italia non potrà che essere presente a quest’evento, non in quanto partito ma come testimonianza dei valori in cui crediamo. Invito perciò tutti i nostri militanti e simpatizzanti ad esserci, trovando così, tutti insieme, un nuovo modo di essere. Un modo di essere all’altezza dei desideri del nostro cuore. Cercate ancora, questo dovrebbe essere il motto del nostro ritrovarci insieme, per la famiglia, e non contro qualcuno o qualcosa. Cercate ancora, cerchiamo ancora. Nella direzione giusta". 4/5/2007 MIO COMMENTO Sommario: 1. Lettera aperta ai parlamentari di Forza Italia firmatari del Manifesto Quagliarello. – 2. Comunicato dell’on. Antonio Palmieri e relativo breve commento. – 3. Il messaggio laico del Family Day: parole di sandro Bondi seguite da commento e confutazione. – 4. Manifesto Quagliarello: testo, firmatari, dissociazione e critica del Manifesto. – 5. Rassegna stampa commentata: 5.1: Pezzotta non credibile; 5.2: Non ci possono essere dubbi; 5.3: Deriva clericale in Forza Italia modenese ; 5.4: Caro on. Bondi, io sono un Tizio che le chiese una volta un incontro per discutere di faccende locali di partito. Lei mi concesse la possibilità astratta di un colloquio, ma poi io sinceramente mi stufai di telefonare ripetutamente alla sua segretaria. Né è mai successo che lei abbia risposto una sola volta alle mie numerose missive. Per fortuna non ho favori personali da doverle chiedere. Vivo con dignità del mio lavoro. Non se l’avrà adesso a male se adesso dissento da lei pubblicamente sul suo testo. Il rimprovero che di norma si fa ai militanti è che la polemica la si debba fare a porte chiuse. Ma quali spazi esistono all’interno dei partito per potersi confrontare e dibattere? Che io sappia nessuno. E dunque veniamo al suo testo. Prima osservazione. Ma come pensa che dell’evento Roccella-Pezzotta intitolato Family day si possa e si debba dare l’interpretazione che lei propone? Per loro natura i fatti sono interpretazione e di uno stesso fatto possono darsi interpretazioni infinite. La storiografia insegna ciò abbondantemente. Quanto ai al fatto che il “messaggio veicolato” sia quello che lei dice si tratta forse di un’interpretazione autoritativa? Vuole per caso imitare il Papa che si è autoproclamato infallibile nel Concilio Vaticano I? Se non conosce la storia e le circostanze di quella proclamazione, potrò farle una lezione in privato. Non importa quel che il Family day “intende” veicolare, quel che dice di “intendere”. Per fortuna ognuno intende con la sua testa, finchè il Governo non riuscirà a svuotarci il cervello e metterci quello che meglio conviene a governati ed alla CEI. Intanto è infelice la scelta della data del 12 maggio, nel quale ricorre il 33° anniversario del referendum sul divorzio ed un altro anniversario tragico: l’assassinio di Giorgiana Masi. È poi detto che la manifestazione è contro qualcosa, cioè i “dico”, ed esiste la cronaca dall’infausta campagna astensionistica sul referendum dove si interpretò il 75 per cento di astensionismo, meglio di sabotaggio, come un 75 per cento positivo di consenso. Non mi sembra degno di lei, on. Bondi, questo penoso tentativo di abusare della comune intelligenza del prossimo. Quanto poi alla Costituzione ne ho qui davanti a me il testo: la Costituzione è quella cosa che viene da tutti citata a proposito ed a sproposito. Ognuno la intende a suo comodo e pensa di essere inconfutabile. Da parte mia, anche per ragioni didattico, ne ho iniziato un commentario a partire dall’art. 1, facendo uso dei lavori preparatori, delle giurisprudenza costituzionale, del diritto comparato oltre che dell’interpretazione dottrinale. È un lavoro lunghissimo che mi sono proposto e che non se porterò a termine. Se le interessa, può visitare ogni tanto il seguente sito: il mondo dei diritto. Per adesso posso anticiparle che, a mio sommesso avviso, l’aver tirato in ballo la costituzione non “c’azzecca nulla” di fronte all’evidente disegno politico del cosiddetto Family day. Seconda osservazione. Non serve il suo appello all’autorità di “intellettuali” targati Quagliarello. Essendo la materia quanto mai opinabile e controversa, lei in pratica ha dato la stura ad un nuovo conflitto che si aggiunge a quello strettamente confessionale. Non mi intimidiscono proprio per nulla i Quagliarello, i Pera, i Buttiglione, i Ferrara. Se vuole scatenare, o meglio incrancrenire, un conflitto ideologico-ideologico spirituale già in atto, è sulla buona strada. Tra filosofi sinceramente amanti della verità ci si confronta per trovare insieme la Verità, se esiste una Verità. La forma dell’Appello è impropria e serve soltanto per rendere pubblico uno schieramento di campo, una disponibilità alla lotta spirituale. Io cerco di non firmare mai appelli di nessun genere, se proprio non mi ci trovo costretto in casi di estremo pericolo per la libertà di tutti. Le sembra che il promuovere scontri ideologici sia un ruole responsabile di statista? Per difendere cosa? La famiglia da nessuno minacciata o non piuttosto il potere della Gerarchia ecclesiastica? Per avere voti in più e vincere le prossime elezioni con i consensi raccolti nelle sacrestie? Ci pensi on. Coordinatore Nazionale! Terza osservazione. Lasci perdere il “popolo”! Io di popolo qui non ne vedo affatto. Vedo i bigotti spinti sulla piazza con volantini infilati tra i messali sui banchi delle parrocchie. Questo non è il popolo che va si prepara alla guerra. Questi sono i parrocchiani d’Italia spinti sulla via del fanatismo e fondamentalismo religioso non diversamente di ciò che imputiamo agli islamici dei paesi arabi. In nessun modo io sono disposto a riconoscere una presenza di popolo nella manifestazione Roccella/Pezzotta. Forse intende dire la gente? La gente non è il popolo. Popolo è concetto eminente politico che appare in momenti impensabili e può mutare la forma della costituzione e della Stato. Gente può essere quella del panem et circenses o anche delle processioni religiose ovvero quello raccolto negli stadi. Popolo fu quello del referendum del 12 maggio 1974. La gente del raduno Roccella/Pezzotta è chiamata per offendere il popolo di 33° anni fa, che disse qualcosa di costituzionalmente rilevante. Quarta osservazione. Ritengo segno di scarsa serietà mentale il far giocare l’opposizione fra il termine laico e laicista. Chi fa ciò intende imbrogliare le persone alle quale egli si rivolge? ma chi può lasciarsi imbrogliare da un così misero artificio sofistico? Chi è il vero laico, più laico di tutti? Sua Santità papa Ratzinger? Di ciò ci vogliono convincere i giocolieri verbali della coppia laico-laicista. È tempo di smetterla nel volerci propinare che senza il cristianesimo o meglio il cattolicesimo non si possa cucinare nessuna minestra. Non riusciva ad essere convincente neppure Benedetto Croce nel 1943 con il suo Perché non possiamo non dirci cristiani? Gli ex-comunisti Bondi, Adornato e tanti altri sono entrati in crisi e si sono cercati nuova collocazione perché rimasti orfani del comunismo sovietico. Ma la dottrina liberale dell’emancipazione dall’alienazione religiosa non è stata minimanente scalfita dal fallimento dell’economia pianificata. Certamente, i burocrati ed il clero comunista hanno perso il loro impiego. Esiste però il clero cattolico, nelle cui fila sono disponibili molti posti di lavoro, essendo nota la crisi delle vocazioni. Gli ex-comunisti sanno dove andare, anzi ci sono già andati. Quinta osservazione. La famiglia è un istituto storico quanto e come ogni altro. Se per famiglia si intende la triade padre-madre-figlio è certamente una costante di natura (appunto: “la cellula originaria della società”), ma all’interno di questa formula sono possibili infinite varianti. È la società nel suo divenire che trova le forme che meglio le convengono. Se si pretende che una formula resti irrigidita nel tempo, si pretende che una società debba restare sempre immobile ed eguale a se stessa. I diritti non piovono dal cielo, non escono fuori come un coniglio dal cappello. Sono i bisogni stessi della società che maturano in nuove forme che hanno bisogno di essere riconosciute e disciplinate. Recenti rapporti hanno rivelato che almeno un quinto delle famiglie italiane hanno tipologie diverse da quelle canoniche. Senza minimamente la maggioranza dei quattro quinti non vi è scandalo alcuno nel prestare attenzione alla domanda di diritti provenienti da un quinto della società italiana. Per giunta i quattro quinti che costituiscono la maggioranza roccelliana/pezzottiana non possono essere considerati come statici. Anche per loro potranno essere valide le nuove forme previste dal restante quinti. È da correggere Bondi quando dice che il Family day «è contrastato». Niente affatto! È ben diversa la realtà. Il raduno Roccella/Pezzotta nel nome della Famiglia è soltanto un’aggressione mascherata a soggetti deboli in una società che si trasforma ed è soprattutto la lunga mano di un vero e proprio potere clericale che avvinghia la società italiana. Non bisogna ribaltare i ruoli. Ritorniamo a ciò che ognuno ha diritto di intendere secondo la sua testa circa il significato del raduno in san Giovanni il prossimo 12 maggio. È un film che abbiamo già visto numerose volte e la cui storia si potrebbe ricostruire nel periodo più recente a partire dalla Breccia di Porta Pia. Sesta osservazione. Bondi usa espressioni come le seguenti: “segno di contraddizione evangelico”. Ma perché questo frasario? Mi fa specie che ad usarlo sia proprio un ex-comunista che se appena ha appreso qualcosa dai testi marxiani non ha minimamente bisogno di far ricorso a questo linguaggio, che trovano improprio anche quelli che si sono sempre nutriti di letture bibliche e parabibliche? E se uno si è poi nutrito di Confucio o di Budda, deve proprio passare per le “contraddizioni evangeliche”? E quali sarebbero queste contraddizioni? Ce le dica il compagno Bondi! Passi per le contraddizioni hegeliane, ma anche le contraddizioni evangeliche. Studieranno queste cose in piazza i parrocchiani di San Giovanni in Laterano? Se devono recitare un paternoster o un’avemaria non hanno già un numero infinito di chiese dove poterlo fare comodamente senza disturbare il loro prossimo? Settima osservazione. Bondi dice che a piazza san Giovanni Forza Italia ci sarà “non in quanto partito”? Che vuol dire? Si ripete la scena del referendum sulla fecondazione assistita. In realtà Forza Italia, ma non solo Forza Italia, è un partito senza spina dorsale, con preoccupazioni di elettorato. Si suppone che nelle parrocchie ci siano voti da prendere e ci si butta in avanti per poterli prendere. Non ci si può oramai aspettare dai “Professionisti senza popolo” nessuna seria progettazione sociale. Vanno a raccattare consenso ed idee in ogni affollamento possibile: all’uscita delle parrocchie, degli stadi, dei cinema. Non di rado li vediamo cantare e ballare. Sono perfino diventati conduttori televisivi: la Pivetti, Ferrara, perfino Martelli, il delfino di Craxi caduto in disgrazia. Nella nostra società corporativa è regola che ogni gruppo sappia organizzare il proprio pacchetti di voti. Intorno ad essi si vedranno girare i professionisti della politica come tante mosche sui corpi in putrefazione. Appello di Quagliarello su Magna Charta (dai quali tutti mi dissocio e contrappongo, fatta eccezione per alcuni Colleghi ed Amici con i quali spero di poter presto avere un amichevole confronto di idee)
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Sommario: 1. Lettera aperta ai parlamentari di Forza Italia firmatari del Manifesto Quagliarello. – 2. Comunicato dell’on. Antonio Palmieri e relativo breve commento. – 3. Il messaggio laico del Family Day: parole di sandro Bondi seguite da commento e confutazione. – 4. Manifesto Quagliarello: testo, firmatari, dissociazione e critica del Manifesto. – 5. Rassegna stampa commentata: 5.1: Pezzotta non credibile; 5.2: Non ci possono essere dubbi; 5.3: Deriva clericale in Forza Italia modenese ; 5.4:
Che domanda è: “Che paese sarà l’Italia fra trent’anni?” E quale sensata relazione esiste con Eugenia Roccella e il riciclato Savino Pezzota in piazza san Giovanni il 12 maggio 2007? È inammissibili questo tirare per la giacca quanti «si dichiarano laici e liberali» quasi fossero degli idioti, dei “cretini” che non conoscono la loro identità, mentre dall’altra parte starebbero i cattolici, autentico sale della terra. La patente di “cretini” spetta più propriamente a loro, a prescindere dalla fondatezza dell’etimologia ricavata da Odifreddi. Da quel pulpito non è accettabile nessuna predica. Al massimo i cattolici impenitenti facciano “parrocchia” fra di loro: gli autentici laici e liberali non li molesteranno! In fastidiosità i nostri cattolici, da quando rivendicano uno spazio pubblico ed un ruolo pubblico, stanno di gran lunga superando in fastidiosità i testimoni di Geova, ma non se ne più, ovvero quelli che come il sottoscritto si ritengono “laici e liberali” non ne possono più. Il loro sistema nervoso è messo a dura prova. Quanto alla “formazione delle generazioni” credo che se vi sia stato e vi sia pericolo di “deteriamento” trattasi di opera dei cattolici integralisti e clericali che stanno assediando l’intera società, fuori dalle mura cattoliche: la difesa è sempre legittima. A proposito di esempi ricordo che in una delle precedenti puntate del raduno parrocchiale del 12 maggio avevo sentito indicarmi come modello di progresso verso il quale un certo padre Miranda del “Regina Apostolorum” puntava era non so qual paese dei sudamerica: raccontando l’episodio a casa suscitai una fragorosa risata, più sonora di quelle prodotte dal Rivera della stessa piazza di san Giovanni, ma in data 1°maggio.
Quanto mai fantasiosa e contorta l’evocazione dell’autoritarismo. E come può chiamarsi la continua ingerenza di una confessione religiosa (il cattolicesimo) può autoritaria di ogni altra mai esistita? Non vede qui il nostro Quagliarello la vera concreta minaccia di un’autoritarismo, che minaccia ogni tentativo di libero pensiero? Certamente, nella nostra società vi sono consistenti motivi di preoccupazione. Se questo possiamo essere d’accordo. Si tratta di vedere dove individuare le fonti di preoccupazione. Su questo non siamo d’accordo. Con la parola libertà si intendono ormai cosa contrapposte: diversa è la libertà di papa Ratzinger e dei suoi fedeli, spesso più papisti dello stesso Ratzinger, e la libertà per come intesa dai laici, degradati il laicisti secondo una recente riforma ratzingeriana del lessico italiano. L’uomo è misura di tutte le cose, diceva un filosofo antico. Quagliarello traccia a volo d’uccello, forse meglio di quaglia, la storia d’Italia degli ultimi quarant’anni e dove trova il punto più basso? Nell’introduzione del divorzio e dell’aborto!
Come non pensare dunque che il raduno del 12 maggio non sia un tentativo di riscossa per cancellare quei due istituti civili che il 12 maggio 1974 il popolo italiano ratificò in grande maggioranza. Il calcolo strategico di Quagliarello è basato a mio avviso non nella valutazione di un mutamento della società italiana rispetto a quegli istituti, ma nel fondato convincimento del profondo degrado e scompaginamento dei partiti politici, luoghi di ricerca del potere in quanto tale e servili come non mai nei confronti della struttura ecclesiastici, che riesce ad alimentare e consolidare il suo potere con i soldi del contribuente. Già durante la campagna astensionista i fondi dell’otto per mille servirono a finanziare la politica della gerarchia ecclesiastica. Non sono un investigatore, ma non mi stupirei che le spese per il raduno attingano a questi stessi fondi. Non è una presa per i fondelli spacciare per iniziativa apolitica contro nessuno il Family day? Nel Manifesto Quagliarello è puramente casuale il riferimento al divorzio che guarda caso fu introdotto e sancito da approvazione popolare esattamente nello stesso giorno di 33 anni fa? Si abbia almeno l’onestà intellettuale di dichiarare i propri obiettivi!
L’educazione alla libertà! Come si può essere tanto impudenti e sfacciati! Si vuole educare ad una libertà che si cerca in ogni modo di soffocare. Non ci sono individui più pericolosi di quelli che pretendono di possedere essi la Verità che si deve imporre a tutti gli altri. Noi viviamo esattamente questo momento. Vi è di che preoccuparsi perché non si possono individuare i soggetti politici in grado di difendere le libertà civili dei cittadini. Abbiamo appena visto sopra il messaggio di Bondi, leader di una Casa della Libertà senza libertà. L’unica speranza è in una spontanea ribellione del popolo italiana. Per questo andrò il 12 maggio non a piazza San Giovanni, ma a piazza Navona. E se sarò necessario avanzare verso scontri più aspri per la difesa della libertà, non mi sottrarrò a questo obbligo di coscienza per me stesso e per le generazioni a venire.
Già il fascismo aveva fatto la sua campagna per l’incremento della natalità. Nel mio contesto geografico di provenienza il numero medio dei figli di una coppia era di cinque ed anche di sette ed a volte pure oltre. Nel 1935 il fascismo celebrava l’Impero e la fame si tagliava a fette. È becera quanto opinabile l’idea che il matrimonio, o meglio la vita di coppia fra un uomo ed una donna debba essere finalizzata esclusivamente alla procreazione. Sappiamo che Santa Madre Chiesa insegna esattamente questo: dimostrazione lampante di superiore moralità! Ebbene, incominciasssero i preti a fare figli, papi compresi. In altri tempi lo facevano, ma per puro diletto ed in modo condierato illecito all’insegna del peccato. È disarmante come questa superstizione teologica cattolica di epoche remote debba condizionare anche oggi il resto della società. Vogliono aiutare la famiglia? Come? aumentando gli assegni familiari? Di qualche euro o al di fuori di qualsiasi logica economica? Sposarsi e concepire uno o più figli significa porsi un onere finanziario e morale per oltre trent’anni. Essendo la nostra una società rigidamente divisa in classi non comunicanti, saranno diverse le prospettive del figlio dell’on. Quagliarello e degli altri Onorevoli firmatari da quelle del figlio del portiere del loro stabile. Un genitore nella società odierna può ragionevolmente prevedere la sorte ed il ruolo sociale che potrà assicurare ad un suo eventuale figlio. Le famiglie in Italia non sono tutte uguali: ci sono famiglie buone e meno buone. Quelle meno buone sono destinate di generazione in generazione a servire quelle buone o a dipenderne o a vivere in uno stato di soggezione e minore dignità. A questo punto può non convenire generare figli per mandarli a fare, dietro raccomandazione, il portiere degli stabili dove abiteranno i figli dell’onorevole Quagliarello o gli autisti e chissà cos’altro. Ma non voglio utilizzare queste mie considerazioni estemporanee come un argomento. È soltanto una reazione alla pretesa che uno debba produrre figli allo stesso modo di come di producono vitelli. Si parla tanto di libertà ma poi se ne nega una essenziale: la libertà di scegliere o non scegliere una paternità e maternità libera e consapevole. Della famiglia si può assai banalmente che è la cellula della società, nel senso sopra detto che per nascere deve trovarsi del seme maschile e femminile, ma la famiglia contiene in sé anche elementi di degenerazione e di illibertà: il familismo, il nepotismo, la discriminazione sociale, la trasmissione ereditaria dei ruoli. Non essendo un marziano, potrei attingere alla mia esperienza personale, senonché mi ripugna rendere pubbliche le mie personali vedute su temi delicati.
Sia come sia, è un dato statistico che in Italia si fanno meno figli che per il passato e che per determinati mestieri si debba ricorrere all’immigrazione. Ognuno che potendo scegliere e decidere, compie una scelta negativa è il più adatto a dare una spiegazione della sua decisione, senza ricorrere più alle statistiche. Gli uomini non sono unità statistiche. Sono esseri in carne ed ossa, che vivono, patiscono, soffrono, muoiono. Abbiamone rispetto vero! Cosa vuole Quagliarello da questi uomini? Vuole sindacare la loro vita nella buona e cattiva sorte? Con quale diritto? Pretende di poterli educare lui? È sicuro di non aver bisogno di essere lui educato ai valori di libertà e rispetto umano? Cosa ha fatto finora per loro? Per questi uomini? Vuole vincere le prossime elezioni? Per aumentarsi il suo stipendio ed i suoi privilegi di deputato? Non sono i più pagati d’Europa i nostri Deputati?
Ma quali baggianate va tirando fuori Quagliarello sullo Stato moderno e la famiglia che ne ha preceduto l’esistenza? Conosce Quagliarello la storia dell’abbandono dei bambini da duemila anni a questa parte? E comunque se vuol fare una bella legge che aumenta del trecento per cento gli stipendi di quanti hanno figli a carico cosa aspetta a farla? A bisogno di consultarsi a piazza san Giovanni il 12 maggio? Intende farla sul sagrato della chiesa una simile legge? Chi gli impedisce di farla? Le coppie di fatto? I single? Ed i single cosa devono fare? Devono mettere una avviso matrimoniale? Ma di quale famiglia sta parlando? Della sua famiglia? Di quella che esiste nella sua testa?
Ma di quale dignità della persona parla il nostro Quagliarello? La poligamia? Il pizzaiolo sotto casa mia, che è musulmano e che è un brav’uomo, ha quattro mogli. Se lo Stato italiano gliene riconosce una sola, lui ne registra una sola. Le altre tre vivono in armonia. Invero, io non so immaginarmi una simile situazione familiare, ma se è spontaneamente condivisa, io lascerei ai diretti interessati la valutazione sulla maggiore o minore dignità di una simile condizione. Sono un relativista e so bene che la morale e l’etica si evolvono continuamente. Addirittura, se ben ricordo un passo di Nietzsche, il grande filosofo nemico del cristianesimo spiegava che il segreto della civiltà greca si trova nella pedofilia, cioè nell’amore con cui in Grecia veniva educata la gioventù. Ma queste cose possono solo scandalizzare un Quagliarello. Lasciamo perdere. Cerchiamo di venire a capo del senso del suo manifesto.
Ed eccola infine la verità svelata e confessata: i Dico. Il vero oggetto del raduno di piazza san Giovanni. Si dice progetto pasticciato. Sarà pure, ma non tocca in nulla i quattro quinti della società che ancora vivono in uno status non pasticciato. Che senso ha porre una contrapposizione fra situazione vecchie non interessate da una nuova disciplina normativa per situazioni affatto nuove con le nuove situazioni di fatto che domandano una disciplina di legge. Se altri a te nulla tolgono di ciò che hai o sei, perché affliggere il tuo prossimo meno fortunato? È questa la “carità cristiana” dei parrocchiani di san Giovanni? “La sopravvivenza della famiglia, dunque – dice il Nostro – non può riguardare solo i cattolici”. Io che tecnicamente sono un apostata ti dico: ma finiamola una buona volta! Se andiamo di questo passo, finisce che anziché far accomodare in casa il parroco che ad ogni Pasqua viene (bontà sua) a benedirmi la cosa, gli dico di andare da un’altra parte e di lasciarmi in pace. Così facendo, si vanno instaurando i presupposti non per inglobare surrettiziamente in “non cattolico” nel “cattolico” in una indimostrata e gratuita comprensività del primo nel secondo, ma per una conflittualità sociale che rivestirà i caratteri del conflitto religioso.
No caro Quagliarello qui proprio non quagliamo. La famiglia è istituto storico, che non ha particolari meriti o demeriti. La famiglia non deve essere confusa con la filiazione in quanto tale. Se siamo in sei miliardi su questa terra e siamo decisamente troppi, qualcuno i figli in un modo o nell’altro li ha fatti. Non li ha fatti la famiglia. Li hanno fatti uomini e donne in congiunzione carnale. Il vecchio Kant, cui sono riconosciuti titoli di filosofo, andava per le spicce e definiva il matrimonio un mero contratto per l’uso reciproco degli organi genitali. E Kant è il grande moralista della nostra epoca. Dunque, non si puà ipostatizzare la forma famiglia nella dignità della persona e baggianate simili. Quanto al conflitto fra laici e cattolici è già in atto. Lo avete scatenato. Siatene contenti. La soluzione non è in una disciplina migliore, a voi congeniale dei diritti individuali delle coppie di fatto, ma in una progressiva riduzione del cattolicesimo in uno spazio privato di culto. E dunque: abolizione del concordato, abolizione dell’otto per mille, divieto per i parlamentari cattolici di dichiararsi tali in applicazione del divieto di mandato imperativo e quindi impedendo in tal modo che i vescovi cattolici possano condizionare la legislazione italiana, esclusione dell’insegnamento cattolico e religioso dalle scuole, non finanziamento delle scuole cattoliche, ecc. ecc.

2. Non ci possono essere dubbi. Malgrado Savino Pezzotta insista nel negare il carattere confessionale, clericale, di rivincità contro il divorzio nel manifesto proposto di cancellare tutte le conquiste civili di un trentennio, a smentirlo ci pensano articoli il seguente di provenienza interna al fronte neosanfedista. qui riprese da una serie di testate collegate a cascata “Totus tuus” < “Pagine Cattoliche” < “Corrispondenza Romana”: »L’appuntamento è per il 12 maggio a Roma, in Piazza San Giovanni Laterano. Arriveranno da tutta Italia, a decine, forse a centinaia di migliaia.



3. Deriva clericlale in Forza Italia modenese. Ho appena telefonato al numero che si legge in fondo all’articolo linkato per esprimere il mio rammarico per l’iniziativa di Isabella Bertolini e per comunicare la mia netta dissociazione in quanto Forza Italia.

che la tutela dell’esercizio dei diritti individuali delle persone componenti le unioni di fatto trova già ampio riconoscimento nell’ordinamento giuridico italiano. Di fronte alla deriva laicista e relativista, che sembra voler cavalcare la maggioranza di centrosinistra, noi rispondiamo con la strenua difesa dei nostri valori e con il più ampio riconoscimento delle libertà individuali. Per questo la posizione di Forza Italia è chiara mentre quella del centro sinistra è totalmente confusa. Noi, semplicemente, non vogliamo equiparare una coppia di fatto, anche omosessuale, ad una famiglia e su questo punto sono certa che la nostra battaglia la vinceremo. Perché la famiglia fondata sul matrimonio ha presupposti e prerogative diverse da quelle di una convivenza. Prodi, succube dell’ideologia e della sinistra radicale e laicista vuole distruggere la famiglia ma noi non lo permetteremo".resta da spiegare come non siano d’accordo con le sue vedute proprio quei soggetti, che godrebbero già di “ampio riconoscimento nell’ordinamento giuridico italiano”, che meglio sarebbe chiamare antigiuridico. Trovo farneticanti le motivazioni addotte ed assolutamente non condivisibili le posizioni attribuiti a Forza Italia, che è realtà molto più ampia di quella espressa da Isabella Bertolini, che si trova in parlamento grazie ad una legge elettorale criticatissimi da tutti indistintamente i partiti politici. Se la Bertolini sa leggere l’articolo 3 della costituzione, che è norma costituzionale in senso proprio e come tale più importante di altre norme messe a tutela di privilegi, come ad esempio l’art. 7, troverà l’ineluttabilità del seguente dilemma: o i cittadini contemplati nell’art. 3 “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” hanno pari dignità e quindi devono essere rimossi «gli ostacoli di ordine economico e sociale [ed a maggior senso di ordine giuridico] che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo etc. etc.» o non hanno pari dignità ed in questo – come è avvenuto fino ad un passato recente – li si può discriminare e mandare nei lager (nazisti) o sul rogo (cattolici), per quanto riguarda gli omosessuali, ma “coppie di fatto” non sono soltanto coppie di omosessuali. Va ancora osservato che la sana e saggia prospettiva di una disciplina giuridica di nuove situazioni di fatto non è contro l’immagine della famiglia che la Bertolini dimostra di avere, mutuandola interamente da Angelo Bagnasco, ma a suo favore nella misura in cui è prevedibile che questo tipologia tradizionale di famiglia possa trovarsi anche assai presto nelle situazioni di fatto contro la cui regolamentazione si oppone un veto chiaramente clericale.

“Con una mozione abbiamo chiesto alla Regione Emilia Romagna e agli enti locali un impegno formale ad aderire al Family Day – ha affermato il Consigliere regionale di Forza Italia Andrea Leoni - e a sollecitare il Parlamento a tutelare ed a sostenere prioritariamente la famiglia in linea con quanto previsto dagli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione. Scopo del Family Day - ha affermato il Consigliere Azzurro - è quello di ribadire l'importanza della famiglia nella società, in quanto istituto fondamentale dal quale dipendono l’identità e il futuro delle persone e della comunità. L'emergere di nuovi bisogni merita di essere attentamente considerato, ma è auspicabile che non vengano confuse le istanze delle persone conviventi con le esigenze specifiche della famiglia fondata sul matrimonio e dei suoi membri. Le esperienze di convivenza, pur collocandosi in un sistema di assoluta libertà già garantito dalla legislazione vigente, hanno un profilo essenzialmente privato e non necessitano di un riconoscimento pubblico che porterebbe inevitabilmente a istituzionalizzare diversi e inaccettabili modelli di famiglia, in aperto contrasto con il dettato costituzionale. I tantissimi modenesi che raggiungeranno Roma, anche attraverso il pulmann organizzato da Forza Italia Modena, ribadiranno le istanze comuni a milioni di cittadini laici e credenti che hanno a cuore la difesa e la valorizzazione della famiglia fondata sul matrimonio”.obietto che non sa leggere la costituzione.

1 commento:
Anch'io andrei in Piazza Navona, se solo non abitassi così lontano da Roma. Dario Rivolta ci sarà, così come PLI e PRI. Non ho visto, purtroppo, l'adesione dei Riformatori Liberali. Bisognerebbe lanciare un segnale forte, la sete di laicità non può e non deve essere un'esclusiva della sinistra (futuro Partito Democratico escluso). Poi non capisco: per quale motivo le coppie di fatto sono viste come una minaccia per la famiglia tradizionale, che pur continuerebbe ad esistere? Perché si guardano ancora con diffidenza e paura PACS e omosessuali? Perché questo statalismo etico? Speravo che quella di Alfredo Biondi, che disse che presto avremo pure i vescovi a controllarci nel letto, fosse una battuta. Invece mi sa che è il futuro che incombe su di noi. A quando un sano ricambio generazionale in politica?
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