mercoledì, dicembre 10, 2025

Il neologismo "progen" (pro genocidio) accolto!

Non può essere un caso!

Nelle settimane passate ho più volte proposto di contrapporre il neologismo "pro gen" (o variante Progen, pro gen, progen) a quanti spregiativamente ormai rinnovano l'uso invalso di definire propal quanti manifestano in favore o a sostegno della causa palestinese e per fermare il genocidio, che invece i redattori del Tempo e Co vanno a sostenere, ad esempio mentre tentano di diffamare Francesca Albanese per la penna di Giulia Sorrentino, sorpresa per le vie di Roma mentre si accompagna con un soldato israeliano, ripreso in foto nel genocidio di Gaza: lo si può definire un criminale di guerra? Ce lo dice Giulia Sorrentino o ul suo nuoco direttore Daniele Capezzone, che a quanto le ha armato la penna!

L'articolo che riprende il neologismo da me proposto (o pensato autonomamente: non importa!) è di Lavinia Marchetti ed appare su Contropiano. L'ampio e pregevole articolo sembra ignorare, o non menzione, il boomerang della foto della stessa Giulia Sorrentino che si mette in posa insieme ad un soldato israeliano, partecipe del "genocidio" in Gaza e presumibile "criminale di guerra", per le vie del centro storico in Roma.

Ne abbiamo detto, e non ci ripetiamo. Cerchiamo invece in Google se la foto di Giulia con Adi, come si chiama il soldato israeliano, abbia prodotto reazioni e commenti. Eppure... Non mi sembra "risposta" eguale e contraria che possa essere ignorata: forse è proprio l'imbarazza, il non saper che dire, che porta a non parlarne. Ma basta inviarla senza commento alla redazione del Tempo, come adesso faccio, per scompaginare tutto l'impianto diffamatorio!

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