Non ne finiscono una che ne cominciano un'altra. È la forma che assume oggi la repressione politica che spinge per un verso alla guerra e per l'altra alla normalizzazione e accettazione genocidio in Gaza. La comunicazione mediatica tenta di imbastire una Narrazione che si regga in piedi e che si tenta disperatamente di far accettare. Ho sentito solo uno spezzone di rete con quel tizio che tiene il microfono e fa suonare il piffero ai suoi invitati. Non ho elementi di conoscenza su quel che stanno imbastendo, ma mi ha fatto sorridere l'idea che dall'Italia possano partire finanziamenti per Hamas, qualunque cosa sia Hamas. Sapevo che il ruolo di finanziatore fosse proprio del ricchissimo Qatar, non certo dai palestinesi in Italia, non noti per la loro ricchezza. Continua lo strascico dell'attentato squadristico in Napoli, dove non hanno neppure la decenza di invitare le persone di cui parlano ed alle quali fanno il processo nei talkshow. Stupisce la sicumera delle facce che per non poter essere contraddette da chi per avventura sta dallaltra parte del telvisore pensano di essere come gli dei nell'Olimpo altissimo dove gli Umani non possono giungere. Tutto questo è assai miserabile, ma cercheremo di saperne di più e di vedere come le cose andranno a finire.
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Non ho copiato da Cremaschi l'espressione "caccia alle streghe": mi era venuta spontanea appena sentiti spezzoni di talk show sulla Quattro. Per una migliore informazione riprendo da "Invicta Palestina” questo testo di Giorgio Cremaschi. Mi auguro che anche la protesta di piazza cresca in intensità con il crescere della repressione e delle angherie come quella squadristica in Napoli e quest'altra che vi si aggiunge. È una strategia complessiva di repressione delle masse, forse in preparazione di una guerra, sul modello della Pandemia, della gestione del covid.
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